Il Capitale di Philippe Daverio

Terremoti - Il Capitale di Philippe Daverio

  • Durata:00:31:13
  • Andato in onda:24/06/2012
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Quest’anno in 25 puntate si è parlato di arte, storia, cultura, economia, con speciali reportage realizzati a Cuba e in Cina, approfondimenti sull’architettura del passato e contemporanea, excursus sulla nostra memoria risorgimentale, un’appassionante trilogia biografica attorno alla figura di Michelangelo Buonarroti, incursioni nella storia del capitalismo attraverso le grandi figure della borghesia europea e i loro riflessi artistici, conservazione, valorizzazione, cura del paesaggio storico-ambientale e discariche annunciate, fortunatamente restate solo sulla carta.
Questa settimana si chiude affrontando il tema dei terremoti, vale a dire il momento più drammatico relativo al nostro capitale comune. I terremoti infatti colpiscono il capitale umano, le vittime, il capitale produttivo, le fabbriche, il capitale del risparmio, le case e i beni mobili che contengono, e infine i beni culturali, il capitale storico.
L’indagine si struttura passando in rassegna tutti gli eventi sismici italiani più disastrosi dell’era recente, partendo da quello della Valle del Belice in Sicilia nel 1968, fino alla stretta attualità dei nostri giorni, documentando sul campo, il terremoto che sta interessando le terre emiliane.
Una cronistoria dei terremoti italiani degli ultimi quarantacinque anni (oltre alla Valle del Belice, anche Tuscania 1971, Friuli 1976, Irpinia 1980, Umbria-Marche 1997, L’Aquila 2009), condotta comparando le diverse opzioni di ricostruzione, illuminate o meno, che hanno oscillato tra il rifacimento totale in chiave moderna e la conservazione storica e filologica. In alcuni casi si è verificato un mix di queste visioni differenti, e ora ci si domanda quale potrebbe essere la prospettiva più indicata per l’Emilia che, quando le scosse saranno finite, dovrà necessariamente confrontarsi con la propria memoria nel ridisegnare il profilo e l’identità dei territori colpiti, con l’auspicio che l’attuale disgrazia possa trasformarsi in un’opportunità per il futuro.

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